Gita al Labirinto della Masone

Gita al Labirinto della Masone

Gita al Labirinto della Masone

Una giornata particolare”, la gita del nostro Rotary Club nelle vicinanze di Fontanellato alla scoperta del LABIRINTO DELLA MASONE, ideato da Franco Maria Ricci, geologo, editore, artista grafico, amante dell’arte. All’interno del parco si trovano spazi culturali, collezioni d’arte e il labirinto di bambù più grande del mondo. 

Guida d’eccezione il Prof. Riccardo M. Braglia, scrittore, giornalista, critico d’arte, che ci ha illustrato il labirinto vegetale, richiamando la mitologia greca, il minotauro, creatura mostruosa, per metà uomo e per metà toro, che venne rinchiuso nella struttura composta da un’intricata rete di spazi e passaggi e che venne ucciso da Teseo con l’aiuto di Arianna. Sarà grazie al filo che Arianna donò a Teseo che l’eroe riuscirà a ritrovare la via d’uscita dal labirinto. 

Tra i diversi quadri esposti si possono ammirare un olio su tela dal titolo San Giovanni Battista nel deserto del pittore Bartolomeo Schedossi in cui il Santo adolescente indica Gesù mentre predica, di Pietro Fetti il dipinto di San Gerolamo che sfoglia con le mani un libro appoggiato su un cranio e l’Incoronazione di spine di Valentin de Boulogne, in cui il Cristo coronato di spine viene deriso. 

Si aprono spazi in cui si trovano esposte copie antiche del Parmigianino, e Cupido Dio dell’ Amore descritto dal Prof. Riccardo M. Braglia con parole colme di antica tenerezza “L’Amore vince su tutto, persino la sapienza dei dotti”. E a seguire, nella loro meraviglia, i dipinti di un artista anonimo franco-fiammingo che mostra le due facce dell’amore Eros e Anteros (Amore Spirituale). E nelle sale dedicate alle sculture l’occhio viene catturato dai colori del marmo e dell’alabastro e appare in tutta la sua maestosità La Danzatrice di Mario Dante Zoi e il Corno dell’Unicorno, la Vanitas con teschio a memento della caducità della vita umana e quadri che evocano la pittura spagnoleggiante. Ampie sale da visitare per scoprire le straordinarie opere esposte create da artisti italiani ed internazionali. 

Perdersi nel Labirinto di bambù per ritrovarsi sul pullman che ci ha condotto sulle strade di polvere e di sole della via Emilia sino ad arrivare per il pranzo ad una tipica trattoria in stile Anni ’50/’60, con le pareti in cui sono esposte immagini di cantanti lirici ed artisti, dove abbiamo gustato pietanze della cucina emiliana. 

Il viaggio di ritorno ci ha condotto nel paesaggio della pianura, distesa immensa, cascine agricole tra il verde dei filari d’alberi ed i covoni di fieno dal colore del deserto, quadri di una terra dove l’arte, la cucina tipica e l’ambiente naturale danno forma ad un olio su tela: la tradizione emiliana, ricca di sapori, di tempi dilatati, di storia, di dialoghi sorseggiando un buon vino, di colori moderni e antichi che dipingono queste terre, sospese nell’attesa, tra pause musicali ed il ritmo della vita.