Conviviale in sede, relatrice Silvia Cavazzi

Conviviale in sede, relatrice Silvia Cavazzi

Conviviale in sede, relatrice Silvia Cavazzi

Dal 6 al 22 febbraio 2026 si terranno i XXV Giochi olimpici invernali, noti anche come Milano Cortina 2026. In questa edizione, definita “diffusa” in quanto si svolge sui territori di ben tre Regioni (Lombardia, Veneto e Trentino) tra i protagonisti anche la Valtellina che, per la prima volta nella sua storia, ospiterà numerose gare rispettivamente a Bormio e a Livigno. A parlarci dello straordinario evento abbiamo avuto due ospiti di eccezione: Silvia Cavazzi Sindaco di Bormio e l’assessore con delega alle Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026 Samanta Antonioli, accompagnate dall’amico del club Franco Claretti Direttore del Parco Nazionale dello Stelvio.
Come sottolineato dall’Assessore Samanta Antonioli, con l’Agenda Olimpiadi 2020 si è introdotto un nuovo format per l’organizzazione di questi eventi che non si tengono più in località remote ma si tende a privilegiare località che si sono già distinte per l’organizzazione di manifestazioni di alto profilo. In quest’ottica Bormio può vantare la trentennale esperienza dell’organizzazione della Coppa del Mondo di sci alpino maschile ed in particolare la discesa libera ed ospiterà le gare di sci alpino maschile e quelle di sci alpinismo che, per la prima volta nella storia, sarà disciplina olimpica. In occasione di Milano Cortina 2026 le gare di sci alpino si articoleranno in:

  • discipline veloci: discesa libera e super-G;
  • discipline veloci: discesa libera e super-G;
  • discipline tecniche: slalom e slalom gigante;
  • discipline miste: combinata alpina (mix di velocità e tecnica).

Verranno pertanto assegnate 5 medaglie e la prima gara in programma a Bormio sarà la discesa libera il 7 febbraio 2026. Per quanto riguarda lo sci alpinismo, uno degli sport invernali che sta crescendo maggiormente, basti pensare che il numero dei praticanti è passato dai 33.000 del 2010-11 ai 94.500 del 2019- 20, per la prima volta nella storia sarà disciplina olimpica e verranno assegnate a Bormio le medaglie in tre discipline:

  • gare sprint maschili e femminili
  • staffetta mista
Teatro delle gare sarà la pista Stelvio, un tracciato tra i più scenografici, tecnici e impegnativi al mondo. Il percorso, che parte da quota 2250m, si sviluppa per 3.186 metri con un dislivello complessivo di 987 metri e una pendenza massima del 63% e arriva direttamente nel centro cittadino ponendo con questo una serie di sfide organizzative che ci sono state illustrate da Silvia Cavazzi Sindaco di Bormio. Pur essendo una località con grande esperienza organizzativa di eventi agonistici internazionali, la portata delle Olimpiadi Invernali è stata occasione per realizzare interventi di legacy destinati non solo a realizzare o migliorare i servizi utili allo svolgimento della manifestazione ma che soprattutto sono destinati ad avere ricadute positive sull’intero territorio nel tempo.

Anche grazie al prezioso sostegno di Regione Lombardia, che ha fortemente creduto ed investito nel territorio, si stanno realizzando interventi di efficientamento energetico e sulle infrastrutture che potete conoscere in modo più approfondito nel documento allegato e che si possono così riassumere:

  • Attrezzature e servizi: creare strutture nuove o riqualificare impianti sportivi, arene multifunzionali, centri congressi, spazi collettivi.
  • Attrattività turistica: miglioramento strutturale dell'attrazione turistica innalzando gli standard dei servizi adatti ad un turismo internazionale
  • Governance e crescita del capitale umano (EDE): creare nuove forme di compartecipazione pubblico/privato per portare a termine i progetti. Nascita di un Comitato Locale "Fondazione Bormio" con partecipazione pubblica (Comune di Bormio, Provincia di Sondrio, CMAV) e Privata (Sci Club Bormio, Sci Club Alta Valtellina, USB, Ass. Albergatori e Case Vacanza e SIB)

Prima di cedere la parola a Franco Claretti la nostra relatrice, che è anche amica rotariana essendo socia del RC Bormio Contea così come l’assessore Samanta Antonioli, ha tenuto a sottolineare come l’aspetto della legacy sia un concetto di eredità sia strutturale ma ancora più di know how organizzativo che porterà benefici anche in futuro consentendo all’intero territorio di essere pronto per le prossime sfide come i festeggiamenti del prossimo anno per i 200 anni dalla costituzione del Parco dello Stelvio. L’amico Franco Claretti, che ringraziamo per aver reso possibile la pregevole serata, è il Direttore del Parco Nazionale dello Stelvio che ci ricorda come proprio un bresciano, l’Ing. Carlo Donegani, 200 anni fa progettò la strada dello Stelvio, realizzata in 5 anni dagli austriaci dopo la presa di Milano e ancora oggi la strada carrozzabile più alta d’Europa e che oggi è una mèta turistica di alto interesse. Collocato, con i suoi 130.700 ettari, nel cuore delle Alpi Centrali, lo Stelvio è un tipico parco montano d’alta quota: per circa tre quarti il suo territorio è al di sopra dei 2000 metri e raggiunge un massimo di 3.905 m sulla cima dell’Ortles. Grazie alle elevate quote medie è caratterizzato da un susseguirsi di cime impervie e di vastissime superfici glaciali. Il gruppo dell’Ortles-Cevedale, sul confine tra Lombardia e Trentino-Alto Adige, ne costituisce il cuore geografico. L’Intesa sottoscritta l’11 febbraio 2015 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la Regione Lombardia e le Province autonome di Trento e di Bolzano concernente l’attribuzione di funzioni statali e dei relativi oneri finanziari riferiti al Parco Nazionale dello Stelvio prevede l’istituzione del Comitato di coordinamento e di indirizzo destinato ad assicurare la configurazione unitaria del Parco Nazionale dello Stelvio e che ha come compito la definizione delle linee guida e degli indirizzi per il piano e il regolamento del Parco; la formulazione di indirizzi e di proposte comuni, nonché di linee guida per la ricerca scientifica, la conservazione e il monitoraggio della biodiversità, l’educazione e la didattica, le comunicazioni e le pubblicazioni, il potenziamento delle iniziative con la rete internazionale dei parchi, la valorizzazione del capitale naturale e culturale, la promozione del turismo sostenibile mediante iniziative volte a garantire la configurazione unitaria del Parco nazionale.

Ad inizio di serata il Presidente Lorenzo Busetti ci ha proposto l’ascolto la canzone " Caruso " , il più grande successo nella produzione di Lucio Dalla , nell'interpretazione dell'autore e di Luciano Pavarotti , Caruso è un capolavoro divenuto un'icona della musica italiana e napoletana . Secondo brano della canzone italiana più ascoltato nel mondo dopo " Volare nel blu dipinto di blu "è stato composto da Lucio Dalla nel 1986 a Sorrento all'interno della Suite Caruso presso il Grand'Hotel Excelsior Vittoria dove ha alloggiato per alcuni giorni a causa di un guasto al proprio yacht che l'ha costretto a terra. All'interno della Suite Caruso si trovava ancora il pianoforte dove il grande tenore napoletano teneva lezioni ad una giovane cantante di cui si era invaghito. Lucio Dalla fu informato dai proprietari dell'Hotel che Caruso passò in tale Suite gli ultimi giorni della sua vita . Tali avvenimenti illustratigli, la bellezza della vista dalla terrazza , il vento, il luccichio del mare ispirarono il cantautore bolognese alla composizione del capolavoro.