
Conviviale in sede, relatore Marco Roberto Bertoli

“Sostanzialmente io avevo una sola cosa da offrire, era la mia vita…” e poi “non abbiamo mai misurato il bene fatto, io mi sono sempre chiesto e vedo tutti i giorni quanto bene non abbiamo ancora fatto”. In queste semplici parole si rivela la straordinaria capacità di amare che Marco Roberto Bertoli infonde a piene mani in chi ha la fortuna di poterlo incrociare nel percorso della propria vita. Descrivere l’atmosfera che si è creata in sala è veramente molto difficile. È un turbinio di emozioni che ti portano inevitabilmente a guardarti dentro. Uno specchio impietoso delle nostre piccole o grandi miserie quotidiane ed insieme una grande speranza perché l’umanità non si è ancora persa. Non fino a quando esisteranno persone che testimoniano quotidianamente quanto sia prezioso donarsi. Giovane ventunenne, cresciuto in una famiglia che gli ha trasmesso i valori della carità cristiana, parte dalla sua Palazzolo sull’Oglio per raggiungere il Brasile, terra dai grandi contrasti socio-economici, per portare la sua testimonianza. Ben presto Marco Roberto tocca con mano ciò che si fa fatica a comprendere possa ancora esistere. “Ho fame”, “portami via da qui” sono le frasi che si sente ripetere. E senza sapere come o dove Marco Roberto risponde. Dai primi quattro fratelli, abbandonati dalla madre davanti al suo primo centro, privo di qualsiasi struttura o risorsa elementare, ben presto arriva ad accogliere centinaia di bambini. Oggi la città-famiglia San Michele Arcangelo è una realtà che ospita circa 600 bambini strappati alla strada e ad una morte certa mentre si contano a migliaia le giovani vite che sono state ospitate e sfamate. Ma non solo. Presso il San Michele Arcangelo sono stati attivati percorsi formativi professionalizzanti che consentono agli ospiti di crearsi il proprio futuro per una completa autonomia ed indipendenza. Consapevole dell’impossibilità di offrire un sollievo diffuso solo attraverso l’ospitalità presso la struttura, facendo tesoro del sano pragmatismo bresciano, ha speso poi le proprie energie per superare i confini fisici alla possibilità di fare del bene. “…se non potevo portare il mondo dentro la nostra missione potevo produrre qualcosa dentro la missione per portarlo nel mondo”. Con queste parole Marco Roberto ci racconta come è nata l’idea di produrre un super alimento che con pochi grammi potesse salvare dalla fame un bambino denutrito. È così che nasce a Barbacena, nella regione del Minas Gerais, la prima ed unica fabbrica al mondo destinata a produrre una barretta energetica ottenuta da materie prime che non ha valore commerciale ma ancora un alto valore nutrizionale. La fabbrica, i cui macchinari sono costruiti in buona parte dentro la missione, si divide in quattro settori ed ha al momento la potenzialità di produrre migliaia di pasti/giorno ed è in fase di ultimazione. Manca davvero poco per il completamento del progetto ed è qui che il nostro sodalizio potrebbe fare la differenza. Grazie al nostro Presidente Lorenzo Busetti si sta attivando la procedura per raccogliere tutta la documentazione utile al fine di realizzare una sovvenzione internazionale grazie alla partnership con il Rotary Club de Belo Horizonte che in questo anno rotariano è presieduto da Silvana Rizzioli, presente all’ultimo passaggio di consegne con il marito Valentino, che già hanno avuto modo di sostenere il San Michele Arcangelo. Collegata in video conferenza con altri soci del RC Belo Horizonte l’amica Silvana ha ribadito quanto sia apprezzata e benemerita l’opera missionaria di Marco Roberto Bertoli e che ben volentieri condividerà il progetto di Service. In chiusura di collegamento ha preso poi la parola Francesco Treccani, presente alla serata con Marco Toma assistente del Governatore, che ci ha confermato come il sostegno all’opera missionaria San Michele Arcangelo rientri a pieno titolo nella visione del Rotary.
In apertura di conviviale Lorenzo ci ha offerto l’ascolto dell’Andante in Fa Maggiore del Concerto per Pianoforte e Orchestra op.21, in Do maggiore di W.A. Mozart, eseguito dalla Orchestra Filarmonica di Dresda sotto la direzione del M° Riccardo Muti e l’interpretazione al Pianoforte di Maurizio Pollini, recentemente scomparso. Completato da Mozart nel 1785 a Vienna, il Concerto in do maggiore si compone di 3 movimenti di cui il secondo è l'Andante in fa maggiore che è stato proiettato, celebre per la sua cantabilità e per la sua vena melanconica capace di ispirare durante l'ascolto un senso di placida calma. Lorenzo ha infine ricordato che entrambi gli interpreti sono stati insigniti, a Brescia , del prestigioso Premio Arturo Benedetti Michelangeli.
In apertura di conviviale Lorenzo ci ha offerto l’ascolto dell’Andante in Fa Maggiore del Concerto per Pianoforte e Orchestra op.21, in Do maggiore di W.A. Mozart, eseguito dalla Orchestra Filarmonica di Dresda sotto la direzione del M° Riccardo Muti e l’interpretazione al Pianoforte di Maurizio Pollini, recentemente scomparso. Completato da Mozart nel 1785 a Vienna, il Concerto in do maggiore si compone di 3 movimenti di cui il secondo è l'Andante in fa maggiore che è stato proiettato, celebre per la sua cantabilità e per la sua vena melanconica capace di ispirare durante l'ascolto un senso di placida calma. Lorenzo ha infine ricordato che entrambi gli interpreti sono stati insigniti, a Brescia , del prestigioso Premio Arturo Benedetti Michelangeli.