Conviviale in sede, relatore Tino Bino

Conviviale in sede, relatore Tino Bino

Conviviale in sede, relatore Tino Bino

Il nostro Club ha proseguito nell’esplorazione delle nostre peculiarità culturali bresciane ospitando il professore Tino Bino, iseano, esponente anche della politica bresciana. È stato presentato dal Socio Baffelli, il quale ha sottolineato i molteplici interessi di Bino, giornalista anche a livello nazionale, protagonista della vita culturale bresciana, anche editore.
Per presentare il libro “Persone”, ultima fatica letteraria di Bino, abbiamo avuto il piacere di ospitare Pino Notarnicola, che ha seguito Bino in tutta la sua vita letteraria, che con parole semplici e significative ci ha spiegato il significato dei trentasei ritratti di bresciani famosi o protagonisti della vita culturale bresciana. Il lettore inizia con il conoscere il ritratto di tre personaggi, Mino Martinazzoli, Cesare Trebeschi e Franco Salvi, ai quali Bino affida il messaggio fondante del libro, e cioè che dobbiamo avere memoria dei valori positivi nei quali ci riconosciamo. Infatti è la questione della “memoria” che Bino pone al centro, per mandare al lettore l’ avvertenza che solo con essa possiamo pensare di incidere sul destino della nostra società. E i ritratti presentati nel libro creano una foto d’ in-sieme dei bresciani, che devono sentirsi accumunati nei valori da non perdere per evitare la decadenza della società. Prende la parla Bruno Noris, palazzolese, attore e “voce” conosciuta in tutta Italia, che legge il ritratto di Arturo Benedetti Michelangeli, al termine prende la parola Bino che ringrazia sia Notarnicola che Noris per il loro contributo a dispiegare il significato del libro, che vuole essere un tentativo di raccontare la storia di una città famosa per le sue componenti industriali, ma al contempo ricca di sensibilità culturali. Bino ha scelto di sviluppare questo racconto attraverso i bresciani famosi, ma non soffermandosi sulle loro attività ed opere, bensì mettendo al centro le “persone”. Così sviluppa la memoria dei valori condivisi e aiuta a recuperare la nostra identità e soprattutto la nostra “umanità”, e poi Bino si sofferma su alcuni aneddoti di Trebeschi, Mina Mezzadri, Chiara Frugoni, Martinazzoli, il compositore Giancarlo Facchinetti, Massimo Minini. In chiusura Bino svela un particolare significativo, cioè che il gallerista Minini ha lasciato il suo archivio artistico alla Triennale di Milano, confermando che ancora una volta la città non è stata capace di capire le intelligenze culturali bresciane. Al termine il Presidente Cremonesi ringrazia il relatore Bino e i suoi “assistenti”, e chiude la serata con il classico tocco di campana.