Conviviale in sede, relatore Philippe Lèveillè

Conviviale in sede, relatore Philippe Lèveillè

Conviviale in sede, relatore Philippe Lèveillè

La serata è aperta dal Presidente con il tocco della campana e con i saluti agli ospiti e alle mogli dei Soci presenti; gli auguri vanno a Beccaria e Bonadei.
Il Presidente comunica che, dato l’alto numero di adesioni, la visita alla mostra dei Macchiaioli del 5 febbraio si svolgerà su tre turni a partire dalle ore 18:00 ogni 15 minuti.
Per quanto riguarda la gita a Napoli dal 9/5 al 12/5 hanno prenotato l’adesione 36 Soci, quindi il numero è sufficiente per le prenotazioni necessarie; nella prossima occasione sarà comunicato il programma del viaggio.
Il Presidente informa che lunedì 12 febbraio è prevista la “Festa di Carnevale”, festa a tema che, ricorrendone il Cinquantesimo anniversario, è dedicata a “Happy Days”, la fortunata serie televisiva degli Anni ’70; avremo la band di Joe Damiani che ci accompagnerà nella serata.

Interviene poi il Socio Recalcati per presentare l’ospite della serata, lo chef Philippe Lèveillè che con il ristorante bresciano “Miramonti l’altro” ha meritato due stelle Michelin. Philippe è nato a Cancàle, la cittadina francese famosa per le ostriche, ha frequentato la scuola di cucina, terminata la quale è stato mandato a Parigi, presso ristoranti famosi dove ha svolto un utilissimo tirocinio. Ha poi navigato per il mondo come chef imbarcato su uno yacht di lusso, ha avuto la proposta da un amico di contattare Vittorio Fusari a Iseo; da quel momento è nata un’amicizia profonda e duratura, interrotta solo dalla prematura scomparsa di Fusari (a cui il nostro Club ha conferito una Paul Harris). Si è trasferito poi da Gualtiero Marchesi, ma si è fermato definitivamente a Brescia sposando una bresciana e creando insieme alla famiglia Piscini il ristorante “Miramonti l’altro”.
Dopo cena, Recalcati ha condotto la chiacchierata - intervista con l’ospite, partendo dall’arrivo in Italia nel 1987, dove secondo Lèveillè c’era ad alto livello il solo Gualtiero Marchesi, che è poi quello che ha fatto conoscere la cucina italiana in Europa. Per Lèveillè il mestiere dello chef è cucinare per valorizzare il gusto della materia prima, non per far vedere l’impiattamento, non per inseguire l’estetica, non per comunicare una filosofia di cucina; oggi si preferiscono questi ultimi aspetti, ma non ci si accorge che così facendo si uniforma il gusto, si perde il valore aggiunto della tradizione dei territori. Sembra quasi che i giovani chef abbiano paura di dare un carattere al proprio ristorante, ma non è vero che non abbiano più la vocazione al lavoro in cucina. Lèveillè cita una statistica interessante, che racconta come nei ristoranti francesi sono in maggioranza gli addetti italiani, i ristoranti famosi hanno chef italiani. Questo perché in Francia hanno capito che i giovani devono essere valorizzati, devono avere un lavoro che gli consenta di vivere la loro vita, quindi orari sostenibili e stipendi adeguati. Se non si cambia rotta, la conseguenza di tutto ciò sarà che tra alcuni anni potrà essersi persa la cucina tradizionale e territoriale italiana.
Alla domanda di Migliorati di spiegare che cosa lo ha convinto a restare in Italia, Lèveillè ha risposto “l’amicizia con Vittorio Fusari”, da cui è stato ammaliato al suo arrivo ad Iseo (nonostante la nebbia, il freddo, arrivando lui dal Brasile in pieno inverno…). Vittorio lo ha colpito per la sua passione nel lavoro, per applicare schemi mentali al di fuori dell’ordinarietà, per mostrare rispetto verso la materia prima, verso le persone (Philippe non lo ha ma sentito parlar male degli assenti, mentre era molto severo ed irruente nei faccia a faccia con chi non gli piaceva); inoltre era innamorato della sua terra e non perdeva occasione di cercare di migliorare le cose, anche di tasca propria.
Questa profonda amicizia è proseguita anche quando Lèveillè si è trasferito da Marchesi, e poi ha dato inizio al “suo” ristorante, che si è fatto un nome anche a livello europeo (ogni tanto qualche chef pluristellato lo chiama dalla Francia per chiedere se lo può visitare). Stuzzicato da Migliorati, ha raccontato l’episodio che ha avuto come protagonista Luigi Veronelli, a cena da lui con amici; dopo aver assaggiato uno dei suoi piatti famosi, ha fatto chiamare Philippe e di fronte alla sala gremita si è inginocchiato davanti a lui dicendo “non ho mai mangiato un piatto così buono”. Un riconoscimento davvero speciale per la sua cucina.
Migliorati gli ha chiesto della cucina del futuro, e Lèveillè ha citato la novità dei piatti con materia prima derivata da insetti, affermando che, avendola assaggiata, da noi sarà difficile che prenda piede. Rispetto alla “carne coltivata” che l’Europa vuole consentire, ha posto una riflessione importante, cioè che se si prevede scarsità di cibo nel 2050 a fronte di un incremento notevole della popolazione mondiale (questa è la motivazione adottata dall’Europa), il motivo sarà negli sprechi conseguenti al nostro consumismo sfrenato, dettato da leggi di mercato sbagliate.
Ed è su questo tema che dobbiamo impegnarci, se lo faremo riusciremo ad accantonare il problema della carne coltivata e degli insetti.
I Soci lo hanno applaudito per la sua conversazione sincera ed umana, molte le domande alla fine il Presidente lo ha ringraziato consegnandogli il nostro guidoncino. Il tocco di campana ha chiuso la serata.